giovedì 25 settembre 2008

SPECIALE PER "VENTENNI"

Quando facevo l’insegnante d’ italiano era la classica domanda che ogni giorno gli studenti mi rivolgevano: “Perché il Giappone?”. E io recitavo a comando: “Mi piace viaggiare, fare nuove esperienze, conoscere nuove culture”. Dopo più di un anno nella terra del Sol Levante, prima a Osaka, ora a Tokyo, sono io a farmi la stessa domanda, praticamente ogni giorno, ma la risposta è ben diversa. La verità è che in Italia mi sentivo in una sorta di prigione: non vedevo il mio futuro ed ero oppresso dal passato; non cercavo più risposte e, soprattutto, non mi facevo più domande. Nonostante tutte le barriere culturali e le difficoltà avute (come trovare un posto di lavoro, un appartamento e un garante, il tutto senza praticamente parlare giapponese) il Giappone ormai è la mia seconda patria: ho scoperto quella parte di me stesso che ancora mi mancava, e con la quale riesco a dialogare meglio.

Tokyo, come tutte le megalopoli, non rappresenta il Paese. È una sorta di conglomerato di più città, l’una a fianco all’altra, una sopra l’altra. Grattacieli, confusione, ansia dell’ultimo treno, bar, locali di ogni sorta, decine di milioni di persone che quotidianamente si sfiorano e una immensa solitudine che angoscia. Ma se si tolgono le classiche zone “da turista”, che hanno contribuito a costruire lo stereotipo “Tokyo e i giapponesi”, come Roppongi o Shibuya, questa città è fatta anche di umanità che vive con meno di 1.000 euro al mese, di dignitosi senza tetto che non chiedono l’elemosina, di gente come me che vive in una palazzina di due piani in una zona popolare, paga un affitto di 420 euro e può permettersi di vivere da solo. Il mito del Giappone “caro e impossibile” è storia vecchia, che risale all’epoca della “bolla economica” degli anni ’80. Senza troppe pretese, qui si può mangiare con meno di 5 euro, andarsene in giro in bici e passare un’allegra serata sbevazzando tutta la notte e prendendo la prima metro del mattino senza lasciarci il portafoglio. Certo, avere una macchina e affittare un posto auto è tutt’altro discorso.

In Giappone si può fare la spesa alle 4 del mattino, appoggiare senza problemi la borsa in un fast food e stare certo che i treni arrivano puntuali (si vocifera che il ritardo accumulato negli ultimi anni sia in media di 30 secondi).

Quando si ha la sensazione che nel posto dove vivi ogni giorno tutto può accadere, che ogni cosa è possibile perché basta volerla, è difficile staccarsene.
Non sono più in transito qui.
Ci vivo.
(Tokyo, 15 settembre 2008, "A" numero 39)

domenica 21 settembre 2008

PICCOLI MOSTRI CRESCONO

“Al colloquio di ammissione prima dell’esame, al quale dovrà presentarsi con suo marito e almeno due nonni, le consiglio di mettersi le lenti a contatto e non sembrare troppo abbronzata”. A dirlo è stato il direttore di un istituto scolastico alla sorella di un’amica, che ha fatto domanda per iscrivere sua figlia a scuola. Se già di per sé la cosa sembra assurda, immaginatevi quando ho scoperto che la bambina in questione ha solo tre anni, e la scuola che deve cominciare è l’asilo. Già, perché in Giappone, nonostante tutto, programmare la vita scolastica dei figli fin da quando sono nella pancia della mamma è ancora lo sport nazionale. In questo caso la bambina, che ha giocato tutta estate nella piscinetta di casa (ovviamente vestita, con un chilo di crema antisolare sul viso, e seguita con ombrellino parasole dalla nonna materna), sarà sottoposta a un colloquio attitudinale e a un esame (colori, forme, prove di intelligenza) che prevede anche l’obbedienza assoluta verso il maestro, con inchini a comando e compostezza assoluta nello stare seduta.
Piccoli mostri crescono.
(Tokyo, 4 settembre, "A" numero 38)

domenica 14 settembre 2008

COM'E' BELLO IL MAR DI TERRA

Continuo a chiedermi come riuscire a condensare in una pagina di diario 54 ore di nave, da Tokyo a Naha (capoluogo di Okinawa), con quella incredibile sensazione di appartenere all’oceano, di non vedere la terra, di accorgersi che la luce al tramonto cambia ogni minuto e che il colore del sole è pura poesia. Viaggiare per tre notti senza mai scendere, pensando, leggendo, fotografando e scrivendo tutto quello che mi passa per la mente, con il cellulare che finalmente non prende e l’impressione che il tempo si sia fermato e stia galleggiando al mio fianco. Tra i (pochi) giapponesi a bordo, ovviamente non potevo che incontrare un italiano, in viaggio da quasi due mesi per Taiwan attraversando tutto il Giappone, zaino in spalla e tanta voglia di parlare. Finalmente ho trovato esattamente “lì dove il mare luccica” e ho scoperto cosa significa avere il “mar di terra”: per i tre giorni successivi allo sbarco ho ondeggiato come una boa seguendo ancora il ritmo della nave. Un’esperienza semplicemente meravigliosa.
(Tokyo, 27 agosto, "A" numero 37)

mercoledì 10 settembre 2008

YURIKO, CHI E' LA PRIMA DONNA CANDIDATA PREMIER

(pubblicato su www.ilsole24ore.com il 9 settembre 2008)
Cinquantasei anni, single e senza figli, ex presentatrice televisiva, ex interprete di arabo, Yuriko Koike potrebbe diventare la prima donna premier della storia del Giappone.
"Madame Sushi" - come lei stessa si è definita l'anno scorso durante una visita ufficiale negli Stati Uniti quando era ministro della Difesa ("In patria mi chiamano la "Condoleezza Rice giapponese", dichiarò alla stampa americana – "Entrambe lavoriamo per la sicurezza nazionale, ed entrambe portiamo la gonna". Giocando sul "rice" come ingrediente chiave per il sushi, affermò poi: "Chiamatemi Madam Sushi") - ha dichiarato che la parola chiave della sua politica sarà "riforme".
"Punto a cambiare questo mondo, il sistema della società giapponese" – ha detto durante la conferenza stampa di lunedì, nella quale ha annunciato di candidarsi a leader dell'LDP (Liberal Democratic Party) – "d'altra parte, vorrei conservare le tradizioni, i legami familiari e la solidarietà di una comunità che dovrebbe essere preservata".
È partita forte, la Koike, anche perché il tempo è poco: dopo le improvvise dimissioni dell'ex Primo Ministro Yasuo Fukuda della settimana scorsa, l'LDP si ritrova senza leader e con le elezioni alle porte. È quasi certo infatti che uno dei primi compiti che spetterà al successore di Fukuda sarà quello di sciogliere la Camera Bassa e andare così a nuove elezioni, che secondo le fonti più attendibili si terranno il 2 o il 9 novembre.
Laureata in Sociologia all'Università de Il Cairo nel 1976, la Koike aveva già studiato arabo per un anno alla American University, sempre nella capitale egiziana. Elegante, telegenica, sicura di sé, già Ministro dell'Ambiente sotto il governo Koizumi e Ministro della Difesa (prima donna a ricoprire questa carica) sotto Abe, potrebbe essere il nuovo volto del partito conservatore, e sfidare così Ichiro Ozawa, del Partito Democratico (DPJ), ora all'opposizione. Ma il primo scoglio da superare è quello di vincere il confronto, da qui al 22 settembre (data in cui si sceglierà il nuovo leader) con gli altri candidati dell'LDP, primo fra tutti l'attuale Segretario Generale del partito Taro Aso, il favorito tra i contendenti. Essere una donna non gioca certo a suo favore, non tanto a livello di opinione pubblica, quanto all'interno di un gruppo politico, conservatore e dominato da uomini, come quello Liberal Democratico.
"Il potere femminile è qualcosa che anche il Giappone può avere", ha annunciato la Koike, che ha cominciato la sua carriera politica nel 1992 - "Vorrei mettere in pratica politiche dal punto di vista delle donne, in modo che il potere femminile possa essere usato meglio e che le donne possano essere parte della società, così come sentirsi libere dall'ansia di fare e crescere bambini ".
Dopo aver cominciato come interprete e traduttrice di arabo, ricoprendo anche la carica di segretario generale dell'Associazione araba-giapponese, ha poi proseguito sulla strada del giornalismo televisivo come presentatrice di programmi specializzati in business e attualità, passando poi al mondo della politica. Proprio durante il suo mandato da ministro dell'Ambiente, ha lanciato nel 2005 la famosa campagna "Coolbiz" (niente giacca e cravatta durante i mesi estivi e aria condizionata a 28° nei luoghi pubblici, il tutto per risparmiare sui consumi e inquinare meno), che ha avuto un grande successo in Giappone.
Ha pubblicato anche diversi libri, dai primi dal titolo "L'arabo in tre giorni" e "Scalare una piramide in kimono", agli ultimi, più incentrati sulla politica vista (e fatta) da una donna.
Insomma, una figura variegata e ben sostenuta da diversi esponenti politici (primo fra tutti Koizumi) che potrebbe diventare il nuovo volto del Giappone. Anche se sono in pochi a crederlo veramente.
E rimane poi un dubbio: che la candidatura della Koike arrivi proprio ora per sfruttare la scia della "donna leader in politica" lanciata dalla Clinton prima e dalla Palin poi?
da Tokyo, Paolo Soldano

lunedì 8 settembre 2008

PROMESSE ITALIANE SULLE PASSERELLE DI TOKYO

(servizio con foto pubblicato su Luxury24, de IlSole24Ore, il 6 settembre 2008.


Sei giovani promesse della moda sono partite dall'Italia e atterrate alla Japan Fashion Week.
Selezionate tra 120 candidate nell'ambito dell' "Incubatore della Moda", progetto nato con lo scopo di supportare le start-up di giovani imprese della moda, le sei giovani griffe che hanno presentato le collezioni primavera/estate 2009 hanno mostrato in anteprima assoluta le loro creazioni.

Ha aperto a.VE, ante vesperum edicta ("realizzati prima del tramonto") di Elena Pignata e Valentina Vizio, che presentano una collezione fatta di contrapposizione tra linee, forme e tessuti, materiali lucidi abbinati ad opachi, nello stesso tempo fluidi e costruiti. I colori predominanti sono spenti e scuri, con una predilizione per il nero e il grigio e un'unica accezione per l'estate: il lilla polveroso.

Per Gilda Giambra, di Gilda Giambra, alla sua seconda collezione, il mood è quello dell'ironia legata all'eleganza, con una forte ispirazione al circo: c'è un che di clownesco, con toni maschili e femminili che si uniscono in un'atmosfera da film muto anni '20.

Per BeeQueen, di Chicca Lualdi, l'interpretazione della femminilità è intesa come delicatezza dei toni e della materia: beige illuminati da filamenti metallici, bianchi impalpabili, lilla e azzurri in tonalità sofisticate. Semplice ma estremamente sofisticata, la "donna speciale" diBeeQueen è di un eleganza moderna dal gusto cosmopolita, senza ostentazioni né sfarzi, che segue uno stile fatto di delicatezza e pacatezza. Capi semplici, curati nelle linee e versatili, secondo il concetto del "price for value": alta qualità a prezzi accessibili.

San Andrès Milano, dello stilista messicano classe 1981 Andrès Caballero, propone invece una collezione fatta di creatività e funzionalità con un impronta retrò, dove si fondono mascolinità e femminilità, lusso della semplicità ed evoluzione delle forme classiche. La donna di San Andrès è forte ed elegante, apprezza il design e indossa qualità fatta di capi lavorati con tessuti di alta gamma e rifiniture sartoriali fatte a mano, che caratterizzano il marchio fin dal suo esordio.

Motivi farfallini per Leitmotiv, di Fabio Sasso e Juan Caro, secondo il concept "Life with butterfly": la farfalla al limite tra il naturale e l'artificiale, dal movimento pesante, meccanico, è il tema della nuova collezione, costituita da contrapposizioni, così come la gamma cromatica. Colori caldi si alternano a freddi, colori iridescenti si sostituiscono a colori opachi, per una donna in passaggio da un iper passato ad un iper futuro.

Ha chiuso Federico Sangalli Milano, di Federico Sangalli, che presenta la sua nuova collezione seguendo il concetto di "couture a porter". Capi realizzati con materiali preziosi, dai tagli geometrici, con giochi di luci e trasparenze. Il concept è quello della tecnicità nella ricerca della perferzione, facendo convivere lusso, classicità e portabilità. L'accostamento di materiali diversi, per struttura e peso, trova la sua fonte di ispirazione nel coreografo americano William Forsythe: organze in abiti da sera o per cappottini, nappe plissettate e drappeggiate come tessuti, materiali rigidi per arredamento in abiti da sera.

giovedì 4 settembre 2008

NON FERMATE LA SCALA MOBILE

Ecco a voi la top ten dei migliori titoli di giornali giapponesi degli ultimi mesi.
Al decimo posto, il clima: “La stagione delle piogge finisce in Kyushu prima del normale”. Al nono, i furti: “Centinaia di pesche della buona fortuna rubate vicino Tokyo”, seguito a ruota da “Arrestato per rapina un uomo con una spada da samurai”e “Donna fugge da un rapinatore grazie a un tè e a una chiacchierata”. Al sesto posto, i cambiamenti demografici: “Un bambino su 30 nato nel 2006 ha un genitore non giapponese”. Al quinto, la cronaca nera, con un risvolto inquietante: “Studentessa accusata di aver ucciso il padre e di aver finto di essere il fratello”. Al quarto posto, le liberalizzazioni: “Cancellato il divieto di andare in bicicletta portando due bambini”. Sul podio, al terzo posto, società e costumi: “Insegnante arrestato per aver sbirciato sotto la gonna di una studentessa”; secondo classificato, l’emergenza cibo: “Morti 30.000 polli nell’incendio di Kagoshima”. E al primo posto, senza la benché minima ombra di dubbio, una notizia di fondamentale importanza, che ha giustamente trovato spazio sulle prime pagine di molti giornali giapponesi: “Venti feriti dall’improvviso stop di una scala mobile”.
(Tokyo, 4 agosto 2008)

martedì 2 settembre 2008

CLICK, TI SCATTO UNA "PURICULA"

Il meraviglioso mondo del kitsch giapponese non conosce confini, soprattutto da quando internet è diventato un mezzo di comunicazione di massa. Tra le tante novità che sbarcano sul mercato per scomparire dopo poco tempo, esiste un business che sembra essere intramontabile: quello delle “puricula”. Sarebbe riduttivo dire che si tratta di fotografie formato tessera modificabili. Le “puricula”sono un mondo tutto da scoprire, che comincia dal momento in cui entri in uno dei tanti negozi dotati di decine di macchinette del genere. Prima puoi truccarti, metterti una parrucca o accessori vari, poi fai la foto insieme ai tuoi amici, infine scegli lo sfondo, i colori, tutto quello che vuoi: dalle cornici alle stelline, dai cuoricini ai fiorellini, ce n’è per tutti i gusti. Una volta pronta la composizione, le “fotine” vengono stampate immediatamente. Per coronare una serata passata con amiche la tappa “puricula” è indiscussa. Troppo pigri per uscire di casa? Nessun problema, il sito www.puricute.com fa al caso vostro.
(Tokyo, 9 agosto 2008)