lunedì 9 agosto 2010

giovedì 5 agosto 2010

Giapponesi si nasce


Giapponesi si nasce
di PAOLO SOLDANO
Aletti Editore - Collana “Gli emersi - Narrativa”

http://giapponesisinasce.com

“Guardiamo senza essere guardati” è una delle dieci cose che i giapponesi non ammetteranno mai. E’ quello che ho imparato a fare anch’io nel corso dei miei primi tre anni in Giappone, dove mi è stato predetto che avrei partorito senza dolori, sono passato per il fallimento della scuola nella quale insegnavo italiano a Osaka (che mi ha portato alla disoccupazione e all’iscrizione a un sindacato giapponese), e ho (ri)cominciato a fare (questa volta un po' più seriamente) il giornalista a Tokyo.
Nel frattempo, ho scoperto che i ladri di mutandine non sono una leggenda, che c’è qualcuno che vorrebbe una legge sul matrimonio tra umani e personaggi di manga e anime, che per conquistare una giapponese bastano 14 minuti, e che in caso di un terremoto di 7,3 di magnitudo a Tokyo ci sarebbero 810.000 persone alla disperata ricerca di un bagno.

“Giapponesi si nasce” raccoglie esperienze, visioni, frammenti di vita quotidiana di un giornalista nella terra del Sol Levante, un mondo in cui ogni giorno non è mai uguale al precedente: testi brevi e curiosi, istantanee divertenti, per chi ha voglia di scoprire un po’ di più il Giappone, le sue contraddizioni e le sue peculiarità.

Mi sono limitato a guardare, osservare e cercare di capire senza troppe pretese: perché il Giappone è un insieme di luoghi nei confronti del quale esistono solo diversi gradi di ignoranza.

L’appendice ("Quando la lingua la si inventa - Le migliori frasi degli studenti giapponesi a lezione di italiano") dà voce ai tanti giapponesi che, nel periodo in cui insegnavo la lingua di Dante, scelsero come hobby, invece di collezionare orsacchiotti o giocare a tennis, lo studio dell’italiano. Grazie alla loro sgrammaticata saggezza, ho capito che "non è sempre bisogno pasta", "forse non andrò ovunque" e "non c’è nessuno senza io".

I giapponesi sono molto più simili a noi di quanto crediamo: è solo che riescono a nasconderlo molto bene.


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Denaro al vento

Ecco una cosa che, ne sono assolutamente certo, non capiterà mai in Italia: un uomo giapponese di 49 anni ha letteralmente gettato al vento - in corrispondenza di un casello autostradale, in piena ora di punta, e prima di essere bloccato dalla polizia - centinaia di banconote da 10.000 yen (sì, avete capito bene: soldi) per un valore complessivo di oltre 20.000 euro. Almeno questa è la cifra che la polizia è riuscita a raccogliere una volta essere stata chiamata da uno dei tanti testimoni dell’accaduto. Il soggetto autore dell’exploit è stato in seguito ritrovato a un paio di chilometri dal luogo “dell’incidente” in evidente stato confusionale. Immagino fossero molto più che confusi i familiari del Robin Hood giapponese, secondo i quali l’uomo sarebbe in realtà uscito di casa con più di 50.000 euro, di cui evidentemente si era già sbarazzato in qualche altro modo bizzarro. Improvvisa pazzia, stress, voglia di giustizia sociale, struggenti rimorsi per qualche peccato inconfessabile? Chi può dirlo. Ma la vera domanda è: non poteva capitare al mio vicino di casa? (pubblicato su A numero 23, 10 giugno 2010)

Sulla NHK il Giappone visto da "A"





Vicini al dovere

Chiamatelo senso del dovere, costanza, abnegazione: la verità è che quando i giapponesi si mettono in testa una cosa, fanno di tutto per ottenerla. Anche stando in due in un armadio 3 ore ogni pomeriggio per 6 giorni di fila. E’ successo a Wakayama, a sud di Osaka, dove due integerrimi tutori dell’ordine hanno pensato bene di nascondersi nell’angusto spazio nel tentativo di cogliere sul fatto quello che si è poi rivelato essere un ladruncolo sedicenne, reo di aver sottratto la bellezza di 862 yen (6 euro e 80) a un povero 83enne. Altro che barzellette sui carabinieri. Dopo essere stati nell’armadio della camera da letto dell’anziano signore ogni giorno (per quasi una settimana) tra le cinque e le otto di sera (orario stabilito di due micro furti precedenti) i due poliziotti hanno finalmente risolto il caso, beccando il ragazzino con le mani nel sacco. Ma la vera domanda è: quali segreti e inconfessabili verità si saranno rivelati i due compagni in quella buia intimità? Impossibile anche solo immaginarlo.