giovedì 28 agosto 2008

FISCHIA PIANO PER FAVORE

In un Paese dove si viene arrestati per aver lanciato, senza conseguenze, una bottiglietta d’acqua verso i tifosi avversari (come è successo qualche tempo fa a un supporter di una squadra di calcio giapponese), si può ben immaginare perché l’espressione “tifo” abbia tutt’altro significato rispetto all’Italia. Il calcio tra l’altro non è così popolare qui: basti pensare che il primo campionato risale al 1992. Il vero sport nazionale è il baseball, e le numerose partite che si susseguono durante l’anno sono seguitissime da ogni genere di persona. Ho un’amica che va almeno una volta al mese allo stadio, e mi ha fatto vedere i suoi “gadget da tifosa”, come li chiama lei, a cominciare dall’asciugamanino per detergersi il viso quando fa caldo, ovviamente dei colori della sua squadra del cuore. E poi tutta una serie di paccottiglia in plastica dura e di qualsiasi forma, usata per fare un rumore che noi definiremmo semplicemente “soffuso”. È rimasta un po’ basita quando le ho fatto notare che in Italia tifare fa rima con gridare o cantare, ma ha apprezzato tantissimo quando le ho insegnato a fischiare con le due dita in bocca.
(Tokyo, 25 luglio 2008)

domenica 24 agosto 2008

COSA NON SI FA PER UN TATAMI

Vademecum per affittare un appartamento in Giappone: 1. I proprietari di casa, oltre a due mensilità di deposito, ne chiedono altre due di “regalo” (a fondo perso); 2. La maggior parte non accetta stranieri; 3. Hai bisogno di un garante (sempre e solo giapponese, che guadagni almeno 3 volte il tuo affitto); 4. Preparati ad un’odissea burocratica, che passa tra decine di moduli da compilare, documenti da presentare, incontri da sostenere; 5. Momento chiave: il colloquio con il padrone di casa, che giudica come sei vestito, che scarpe hai, se ti sei fatto la barba e se la tua faccia esprime affidabilità; 6. Quando tutti ma proprio tutti i documenti, tuoi e del tuo garante, sono stati raccolti e arriva l’ok del proprietario, scatta la procedura della lettura del contratto (nel mio caso, 4 pagine di premesse, 17 di contratto vero e proprio, più 4 di assicurazioni); 7. La firma avverrà in un momento successivo; 8. Non stupirti se una clausula recita “se vai via per più di 15 giorni, devi comunicarlo al proprietario”: fa parte della normale procedura nipponica. 8. Se hai una bici, ricordati il colore e il numero di targa: dovrai trascrivere il tutto sul contratto, nell’apposita sezione “parcheggio bicicletta”.
(Tokyo, 17 luglio - n.33 di "A")

venerdì 1 agosto 2008

FALLO A CASA

Da più di un mese ha aperto la nuova linea “F” della metropolitana di Tokyo, che si aggiunge alle 12 già esistenti, e che allarga il territorio dei cosiddetti “animali da metropolitana”, da me arbitrariamente divisi in tre categorie: “cellulare dipendenti” (i più numerosi, che giocano/messaggiano/si specchiano/ guardano la tv, tutto con il telefonino); “ipoddiani” (con l’mp3 grande come una pila ma con enormi cuffie colorate da dj); “addormentati” (in piedi o seduti non fa nessuna differenza: loro dormono). Ci sono poi svariate sottocategorie, tra cui le “truccatrici”, i “lettori” e i “turisti”. Ma questo piccolo e variopinto ecosistema rischia di scomparire: continua senza sosta la campagna “Fallo a casa” (questo lo slogan). Campeggiano in ogni angolo della metropolitana manifesti che ritraggono giovani che ascoltano musica o che si siedono in maniera scomposta o ragazzine che si truccano e che parlano al telefono: al loro fianco la classica signora giapponese con lo sguardo schifato. Ti sei dimenticata di mettere il mascara? Vuoi fare su e giù con la testa ascoltando la tua canzone preferita? Vuoi rispondere alla mamma per sapere se il gatto sta ancora male? “Please do it at home”.
(Tokyo, 7 luglio 2008)