Che cosa potranno mai avere in comune la cittadina di Sibari (frazione di Cassano allo Ionio, Calabria) e la prefettura di Ibaraki (nord di Tokyo, Giappone)? Certo non il numero di abitanti (intorno ai 5 mila la prima, più di 3 milioni la seconda) o le specialità culinarie (vino, olio e pesce per Sibari; riso, carne di maiale e radici per Ibaraki). Tanto meno la principale attrazione turistica (scavi archeologici contro tempio scintoista di Kashima). Cosa, allora?
L’imminente costruzione di un aeroporto completamente inutile. Apertura a marzo 2010, per un costo complessivo di circa 210 milioni di euro, per quello di Ibaraki, a 30 minuti di macchina dal “capoluogo” Mita e senza collegamenti ferroviari (Japan Airlines e ANA, che operano il 90% dei voli nel Paese, hanno già detto che non hanno la minima intenzione di usarlo). Già deciso anche il finanziamento regionale per il quarto aeroporto della Calabria, dove si sentiva la necessità di un hub per “aprire le porte all’Oriente” (assessore al Turismo dixit).
Devo capire come si dice “non ho parole” in giapponese.
(da Tokyo, 3 dicembre '08, pubblicato su "A" numero 51)
domenica 4 gennaio 2009
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