sabato 23 gennaio 2010

Giappone e Italia firmano un patto anti-contraffazione

Maggiore scambio di informazioni, maggiore collaborazione, maggiore attenzione “bilaterale” nei confronti della contraffazione. Si potrebbe sintetizzare così il nuovo accordo di mutua assistenza amministrativa e cooperazione doganale firmato dai governi giapponese e italiano per rendere più efficace la lotta contro le infrazioni doganali.
Le amministrazioni doganali, di propria iniziativa o su richiesta, si impegnano a fornire reciprocamente tutte le informazioni utili al fine di garantire la corretta applicazione della normativa doganale, in particolare riguardo al traffico illecito di svariate merci e sostanze (dalle armi ai rifiuti tossici, dagli animali in via d’estinzione alle opere di valore storico e culturale, dalle sostanze destinate alla fabbricazione di armi atomiche, biologiche o chimiche alle sostanze stupefacenti). Siglato lo scorso 14 dicembre dall’On.le Alberto Giorgietti, sottosegretario con delega alle dogane, e dall’ambasciatore del Giappone Hiroyasu Ando, l’accordo (il primo di natura intergovernativa che l'Agenzia delle Dogane abbia firmato con Paesi asiatici) ha lo scopo di prevenire, accertare e reprimere le infrazioni, attraverso una semplificazione ed armonizzazione delle procedure doganali. Per capirne gli effetti e valutarne l’efficacia si dovrà attendere almeno qualche mese dall’entrata in vigore del trattato (febbraio 2010).
In una delle sue ultime dichiarazioni da Ministro delle Finanze, Hirohisa Fuji (che i primi di gennaio ha lasciato la sua carica a Naoto Kan per problemi di salute) ha rivelato che lo scorso anno in Giappone ci sono stati circa 26.000 casi di sospensione all’importazione a causa di violazioni dei diritti sulla proprietà intellettuale. Di questi, più dell’80% ha coinvolto la Cina. L’Italia, sede di molte aziende produttrici di beni di marca, ha un problema simile. I due Paesi, entrambi membri del G8, hanno da tempo instaurato un rapporto di collaborazione reciproca. E’ proprio in questo contesto, durante gli anni di Presidenza giapponese e poi italiana, che le rispettive amministrazioni doganali hanno sentito la necessità di costruire una base giuridica bilaterale tra i due governi, in grado di regolare lo scambio di informazioni ed in generale l’attività di cooperazione amministrativa (soprattutto attraverso uno scambio di informazioni) per garantire la sicurezza internazionale della catena logistica e reprimere il traffico illecito.

Paolo Soldano

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