Sono sempre stato affascinato da processioni, balli, culti, preghiere e riti propiziatori, e non c’è dubbio che il meraviglioso mondo delle feste popolari giapponesi rappresenti una realtà tutta da scoprire. E qualche volta impossibile da ignorare, soprattutto quando sono coinvolti 9.000 uomini radunati in una notte d’inverno, semi-nudi, esagitati e per di più bagnati con acqua fredda (per purificarsi). La Saidaiji Eyo (una delle tre più antiche cerimonie del Giappone) è arrivata quest’anno alla sua 500esima edizione, riuscendo a radunare migliaia di persone vestite solo di “fundoshi” (il perizoma giapponese, tanto per intenderci) propense a raggiungere in tutti i modi una sorta di amuleto dai leggendari flussi benefici. E tutto questo perché il “vincitore” possa essere eletto dai monaci del tempio “uomo fortunato dell’anno”. In confronto il “festival del fango” (padri che corrono – sempre mezzi nudi - nelle risaie infangate abbracciando i figli neonati per augurare loro un buon raccolto e una buona salute) ha molto più senso.
(da Tokyo - pubblicato su "A", marzo 2009)
domenica 22 marzo 2009
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