Dopo due mesi a Tokyo, tra un trasloco e l’altro e l’esigenza di comprare un sacco di cose per la nuova casa, ho capito che la vera differenza tra la capitale e Osaka non sta nelle dimensioni o nel clima, o nell’impressione che qui la gente faccia fatica a sorridere, ma nel fatto che gli “hyaku en shop”, i negozi dove tutto costa 100 yen (circa 60 centesimi), sono merce rara. Appena ne ho scoperto uno, mi sono letteralmente catapultato dentro per fare razzia di tutto quello che da altre parti ha prezzi improponibili: posate, bicchieri, tenda per la doccia, asciugamani, tovaglie, scatolette di tonno, pomodori in scatola, portapenne, detersivo, ometti, portachiavi, tazze, perfino banane... sono tornato a casa con due buste di plastica strabordanti e il sorriso sulle labbra della massaia felice. In totale ho speso qualcosa come 15 euro. Che Budda salvi gli “hyaku en shop”, dove la confusione regna sovrana e la qualità non è di norma, ma dove uno squattrinato come me ha trovato la sua vera casa.
(Tokyo, 5 giugno 2008)