La Midosuji è una delle grandi, trafficatissime arterie di Osaka, otto corsie che attraversano la città da nord a sud, una di quelle strade dove è più facile prendere un taxi che attraversare la strada. Domenica scorsa la percorrevo a piedi, in occasione della Midosuji Parade, una manifestazione dove il trash l’ha fatta da padrone per tutte le due ore che sono rimasto: pseudo cantanti folk e rock, stravaganti ballerini, danzatori in carne e artigiani-venditori provenienti da tutta l’Asia si sono dati il cambio per allietare le migliaia di persone presenti. Con risultati a dir poco sconcertanti. Sui quattro palchi allestiti sono riuscito a vedere, nell’ordine: un gruppo di vocianti e smanianti ragazzini giapponesi che hanno trascinato in un ritmo assordante tutti quelli che passavano; una band che cantava in spagnolo, con trio di “ballerine” di flamenco sotto il palco che cercavano inutilmente di coinvolgere tutti; danze tradizionali asiatiche di gruppo con partecipanti con non meno di 60 anni. Dopo aver preso un vero caffè italiano da un improvvisato bar su un furgoncino originale Volkswagen anni ‘50, con una sorridente signorina che è anche riuscita a dirmi “ciao e grazie”, mi sono consolato nell’area dedicata ai bambini, dove sono stato a guardare i piccoli artisti con in mano pennelli e pennarelli, tutti impiastricciati con colori e tempere.
(Osaka, 19 ottobre 2007)