Conoscevo la cucina giapponese per la sua qualità e la sua delicatezza: il cibo mira alla perfezione estetica unita alla massima semplicità. Mangiare poco e spesso, in modo elegante e raffinato, è una delle attività sempre di moda qui, complice il fatto che lo si può fare a qualsiasi ora del giorno e della notte. Mi devo ricredere quando accendo la televisione e una tipetta biondina dietro a una ciotola da 9 chili di riso e carne sorride tra un boccone e l’altro. Rimango lì impalato con il telecomando in mano, interdetto, perché non solo riesce a finire completamente il piatto, ma anche a farlo a una velocità impressionante. Si chiama Gal Sone, e scopro che in Giappone è una specie di mito. Un metro e 62 per 43 chili di peso, la dolce ventiduenne è in grado di ingurgitare quantità di cibo da record, e non assimila quasi nulla andando semplicemente in bagno. È diventata un vero e proprio fenomeno grazie a una delle tante “gare di cibo” organizzate nel paese, competizioni che vedono protagonisti soprattutto uomini, ma pare che la piccola Gal non abbia rivali in questo campo. Ha partecipato a decine di match, anche contro più persone, e ha sempre vinto. Le regole sono semplici: mangiare quanto più possibile nel minor tempo possibile. Spengo la televisione, pensieroso. Mi accorgo che è ora di cena ma mi è completamente passato l’appetito: ho ancora in mente la bocca spalancata del nuovo fenomeno giapponese.
(Osaka, 21 ottobre 2007)