martedì 15 luglio 2008

A QUALCUNO PIACE CARO

da Osaka, Paolo Soldano

(pubblicato su "Left" numero 47 il 23 novembre 2007)

Sono fermi agli angoli delle principali strade di Osaka, soprattutto nelle zone di Umeda e Shinsaibashi. Sembrano ragazzi come tanti altri, se non fosse per quel loro essere sempre in gruppi di due, massimo tre, vestire in maniera assolutamente perfetta - completo nero o bianco, scarpe a punta, lunghi capelli impomatati e falsamente ribelli - lo sguardo in perenne ricerca di ragazze alle quali proporsi: sono gli “intrattenitori” per sole donne, gli “host” (“hosto” per i giapponesi), moderne “geishe” al maschile.
Grazie a loro molte si sentono circondate, amate, volute, capite, desiderate.
E soprattutto, rispettate.
Per chi frequenta questi posti l’uomo è essenzialmente un prodotto, una merce: si sceglie da un menù in base a delle foto, esattamente come in un ristorante o in un bar, a seconda della bellezza, della descrizione, del prezzo.
E il gioco può cominciare.
Ci sono circa 100 host club nella sola Osaka, di cui solo una decina molto popolari. L’Easy è uno di questi.
Mio Asahina, 24 anni, capelli biondicci e sigaretta perennemente accesa, ne è il vicedirettore. Vanta 50 ragazzi sotto di sé, tutti tra i 18 e i 35 anni, che ruotano dalle 9 di sera alle 11 di mattina, l’ora di chiusura.

Da quanto tempo lavori all‘Easy?
Da tre anni. Prima il titolare di questo club [che ci vieta di fare foto per non imbarazzare le clienti] lavorava in un bar di Tokyo, dove l’ho conosciuto. Poi lui ha deciso di aprire un locale tutto suo a Osaka e io l’ho seguito.
Ti sei mai chiesto perché le donne vengono qui?
Penso che sia soprattutto per una questione di solitudine: vivere in una grande città e non avere con chi parlare fa il resto. In Giappone si dice “le persone sostengono le persone”.
Quando non le hai, però, non ti resta che pagare per averle, e anche tanto.
Una bottiglia di champagne costa mediamente tra i 250 e i 600 euro, ma le più care possono arrivare anche a 5.000. Negli ultimi tempi i prezzi stanno scendendo, sia a causa della concorrenza, sia per invogliare quante più donne possibili ad andare negli host club.
Chi riesce a spendere un intero stipendio medio in una sola serata, comunque, non manca mai.
Quanti anni hanno le donne che frequentano il club?
Ci sono donne dai 18 anni in su. Fino a quelle che potremmo chiamare “nonne”.
E che lavoro fanno per potersi permettere tutto questo?
Non ne sono molto sicuro, perché non chiedo mai del loro lavoro. Comunque ci sono casalinghe, impiegate. Penso che ci siano molte ragazze che fanno il nostro stesso mestiere.

La realtà, che Mio si guarda bene dal dire, è che quelle che spendono di più non sono solo hostess, ma soprattutto prostitute che cercano di “rilassarsi” in compagnia di uomini che le facciano divertire e che non chiedano loro del sesso. Il giro della prostituzione, dei “massaggi” e dei club per soli uomini alimenta un enorme business, una parte del quale finisce nelle tasche di giovani, come Mio, che non sanno neanche che farsene di tutti quei soldi.

Quanto guadagni in media in un anno?
Trenta milioni di yen [circa 180.000 euro]
Il tuo record mensile?
8 milioni di yen [48.000 euro]
Hai mai ricevuto dei regali dalle donne che frequentano questo locale?
No, niente regali dalle donne. L’agenzia non lo permette.

Ma altre sì: alcuni host hanno ricevuto gioielli, macchine, perfino appartamenti.
Cosa fai con il tuo stipendio?
Spendo tutto quello che guadagno, non ho messo da parte niente. Do qualche milione ai miei genitori, dopodichè faccio regali e compro le cose che mi piacciono. Non sono un tipo che risparmia.
Per quanto tempo continuerai a fare questo lavoro?
Non ho ancora deciso, e non voglio fissare una data. Finché le donne mi cercano e desiderano la mia compagnia continuerò a lavorare. Quando non mi vorranno più comincerò a pensare che è venuto il momento di smettere. Dopodichè voglio dedicarmi ad altro, aprire un locale ma diverso da questo.

Il talento dell’host sta nel capire i bisogni delle donne: deve soddisfare i loro bisogni, i loro desideri. La qualità essenziale è essere dei buoni parlatori e l’aspetto fisico non è così importante come si potrebbe credere. La cosa fondamentale è capire chi si ha di fronte, e circondarla di attenzioni.
“Divertirsi facendo soldi” è uno dei motti degli host, e non stupisce che ogni anno siano centinaia i pretendenti nella sola Osaka.
Ma i facili guadagni, le donne e l’alcol, sono solo alcune delle motivazioni che spingono i giovani a voler essere intrattenitori.

Come hai iniziato a lavorare come “Hosto”?
Prima facevo il facchino per un’azienda giapponese e avevo una ragazza che amavo molto. Quando lei mi ha lasciato ero distrutto, e volevo farle vedere chi ero. Ho iniziato così, ed ora eccomi qui.
Cosa fai al lavoro?
Sono un tipo che parla molto, anche perché penso che il mio lavoro consista soprattutto in questo. Se vedo che invece è la cliente a voler parlare mi trasformo in un buon ascoltatore. Cerco sempre di soddisfare al massimo le donne che vengono qui: devono provare un gusto particolare ed essere felici di stare con me.
Bere tutte le sere ti crea problemi di salute?
Bere fa parte del nostro lavoro, esattamente quanto il parlare. Dobbiamo bere molto anche per incentivare le donne a farlo. Poi è normale vomitare e ricominciare a bere. Qualche volta ci ubriachiamo.
Molti ragazzi si trasformano in confidenti, che appoggiano i progetti e le aspettative delle clienti. In questo modo si crea una vera e propria dipendenza, ben più profonda rispetto al semplice “passare una serata in compagnia”. Gli host possono essere molto diretti, e oltre a coprirle di complimenti, dicono alle ragazze come dovrebbero comportarsi o cosa dovrebbero fare. Danno loro dei consigli e dei suggerimenti pratici per affrontare la vita quotidiana.
La realtà si mischia così con la fantasia e il sogno, e molte prendono decisioni importanti, o lasciano il fidanzato, solo perché è l’host che gliel’ha consigliato.
Ci sono perfino dei posti speciali, all’interno dei club, dove si spende anche 50 euro per passare una sola ora in compagnia, senza essere visti dagli altri. E non è una questione di sesso, nella maggior parte dei casi, perché il sesso è vietato all’interno dei locali.
Ti sei mai innamorato di una delle clienti?
Si, qualche volta succede. Capita magari che sia molto carina, ti piaccia molto e quindi ti innamori.
Cosa fate in questi casi?
Quello che fanno di solito tutte le coppie: usciamo insieme, andiamo in giro, al cinema, a cena. Tutto quello che fanno le coppie normali.
E non sono gelose?
Dal momento che faccio il mestiere dell’intrattenitore le ragazze devono capire che si tratta di lavoro, dunque dico loro di non essere gelose. Altrimenti è davvero difficile.
Tu sei geloso?
Sì, lo sono.
Hai una fidanzata al momento?
No, ora no.
L’host è un regalo, un regalo che parla, che sta zitto quando deve, che ascolta, che beve, che balla, che canta, che fa tutto quello che vuoi: basta pagare il suo tempo, il suo corpo, la sua voce. Questo la maggior parte delle ragazze lo sa, ma è un gioco da cui è difficile staccarsi. Novelli Peter Pan, gli host portano le clienti in un mondo che non esiste, un mondo che fluttua a mezz’aria e non è da nessuna parte, una bolla di sapone alimentata a yen. È un mondo di illusioni, dove la merce principale è il sogno. La bugia, la regola.
Se fossero onesti, d’altronde, quasi certamente molte donne li odierebbero.


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