mercoledì 2 luglio 2008

NATALE

In Giappone il Natale è una festa tutta commerciale, una vera e propria “moda” importata dall‘estero, e la vigilia è una specie di San Valentino, durante la quale è di fondamentale importanza uscire con la persona giusta, andare nel posto giusto e fare il regalo appropriato. La giornata del 24, per la prima volta nella mia vita, non solo l’ho passata lontano dall’Italia, ma addirittura in un centro commerciale, vestito da Babbo Natale, con la classica giubba rossa con i pon pon panna, cintura nera, barba bianca posticcia e sacco pieno di caramelle da distribuire ai bambini. Giravo per i corridoi preceduto da una simpatica signorina con la casacca celeste del centro commerciale, munita di stereo con canzoni natalizie tradotte in giapponese, e seguito da un giovane universitario vestito da renna. Un bel trio, a pensarci bene. Diciamo comunque che non è stata proprio come me l’aspettavo, questa mia prima vigilia lontano da casa, anche se in realtà mi sono divertito - tranne con il bambino di 6 anni che con una mazza da baseball di plastica voleva “farmi la festa“, e con il gruppo di ragazzine tredicenni che, appena mi ha visto, ha cominciato a urlare a squarciagola “Santa san, Santa san!”. Santa Claus per i giapponesi è infatti “il signor Santa”, e con il signor Santa non puoi che fare almeno una decina di foto. Il momento più commovente? Quando una bambinetta timidissima e un po’ impaurita mi si è avvicinata e mi ha dato la sua letterina, che conservo gelosamente nel cassetto.
(Osaka, 25 dicembre 2007)