Per la prima volta nella mia vita ho passato la fine dell’anno in un tempio buddista: capodanno spirituale, scandito dal suono ritmato dei tamburi, dalle luci delle lanterne, da un numero imprecisato di monaci e da un freddo glaciale. Mi sono lasciato talmente coinvolgere che ho partecipato anch’io ai riti previsti. Prima della mezzanotte mi sono fatto guidare tra i vari tempietti con divinità differenti, fino a scegliere quelli che mi sembravano più appropriati: innanzitutto il tempietto dell’acqua, poi quello dell’arte, infine quello “principale“, un po‘ per tutto. Ho lasciato cadere una moneta, ho battuto due volte le mani alzate all’altezza del petto, e tenendole congiunte mi sono inchinato due volte rimanendo in preghiera, occhi bassi, verso quella specie di altare. Non avevo con me abbastanza monete, altrimenti avrei fatto anche quello dedicato allo studio (che fa sempre bene) e del cibo (non si sa mai, è sempre meglio avere la pancia piena qualsiasi cosa si affronti).
Dopo la mezzanotte ho anche speso 200 yen per pescare un bigliettino sul quale veniva predetto il mio anno. Mi è stato assicurato che si tratta solo di un “consiglio”, un “avvertimento”, posso sempre cambiare il mio destino: sta di fatto che pare che il mio anno sarà terribile, almeno nella prima parte. Il mio punto cardinale rimane l’Est, le cose che ho perso non le ritroverò, per i viaggi non devo avere fretta, la persona che sto aspettando arriverà ma chissà quando, non sarà facile trovare lavoro, guarirò dalle malattie ma dopo un lungo periodo. Insomma, niente di buono. Le uniche cose positive? Il parto non sarà faticoso e per traslocare non c’è problema.
(Osaka, 1 gennaio 2008)