Passeggiare un sabato sera per le strade di Osaka, in uno dei quartieri come Umeda, dove la vita notturna sembra non finire mai, può essere molto affascinante, ma solo se sei con amici, o con la tua ragazza. Per chi è da solo, come me, tutto quello che lo circonda può apparire quanto meno esagerato, soprattutto se il tuo scopo è quello di vagare un po’ senza meta, cenare, e tornare a casa.
Fin dall’uscita della metropolitana sono circondato da migliaia di persone che si muovono come minuscoli animaletti in cerca di qualcosa. Camminano, corrono, passeggiano, parlano, ridono, telefonano, gridano. Centinaia di ristoranti, locali, negozietti sempre aperti, karaoke, bar,love hotel, dvd shop, slot machine, club, discoteche si susseguono uno dietro l’altro, e reclamano tutti le loro attrattive, colpendoti con neon luccicanti, suoni, immagini, ragazzi che urlano invitandoti all’ingresso, ragazze che sorridono mostrandoti il menù. Faccio un passo e si ricomincia, con tutto il gioco di luci, colori e scintillii di lampade intermittenti. Mi chiedo se la prefettura di Osaka abbia indetto un concorso per il locale più appariscente, poi mi rendo conto di essere in Giappone, in una delle città che non dorme mai, e mi rispondo da solo.
Frastornato, confuso, perplesso, passeggio fin quando posso, fino a non poterne più, e torno a casa, scoprendo di essere stato via soltanto un paio d’ore.
(Osaka, 30 giugno 2007)