Piove e fa freddo, anche qui è arrivato l’autunno, ma non mi lascio scoraggiare: inforco la bici, compro un ombrello al primo Seven Eleven e vado alla ricerca di una discoteca dove è prevista una serata di musica elettronica. Arrivo bagnato come un pulcino, ma soddisfatto di aver trovato il posto. Parcheggio la bici e prendo l’ascensore insieme ad altre sei persone. Al settimo piano, dopo un’attesa infinita, le porte si aprono. E’ una specie di ex capannone industriale, il soffitto stranamente alto. Sono in lista e ho una riduzione all’ingresso: solo 10 euro drink compreso. Sorrido e mi guardo attorno: il locale è piccolo, è quasi l’una ma non c’è molta gente, e la musica è bassa. Che abbia sbagliato posto? Prendo subito un cuba libre, per cercare di dare ordine alla mia serata. Mi guardo intorno e vedo una porta nera, chiusa, da dove ogni tanto esce ed entra qualcuno.
Mi dirigo da quella parte, apro e mi sembra di essere stato catapultato direttamente a Berlino, a uno di quei rave party dove è difficile capirci qualcosa: strobo gigante in mezzo alla pista vista fiume, dj occidentale, video alle pareti che proiettano non si sa bene cosa, divanetti bassi, casse alte due metri, musica psichedelica a tutto volume, luci verdi e blu che avvolgono tutto. Il resto sono dettagli.
(Osaka, 30 settembre 2007)