mercoledì 2 luglio 2008

KOBE

Kobe è un piccolo angolo d’Europa incastonato nella regione più antica e ricca di storia del Giappone, a soli venti minuti di treno da Osaka. E a Kobe ho trovato anche una Montmartre in miniatura, uno spicchio di Francia sulle colline, con il pavè, piccole piazze, ritrattisti, giocolieri, pittori. Un vero squarcio della Parigi che più mi piace, e della quale sento più la nostalgia, con il sole autunnale e una luce meravigliosa. Sembra che un bambino si sia messo a giocare a fare l’architetto: l’aria europea, le costruzioni anni ‘50 in stile francese, il tempio buddista con annesso un ostello della gioventù, il mare in lontananza che si scorge tra i grattacieli. Insomma, un vero collage di atmosfere, che mi hanno fatto sentire in tanti posti diversi contemporaneamente. Respiravo l’odore del mare, guardavo le statue buddiste e le tegole delle case, mi giravo verso i tanti turisti coreani, e mi sono chiesto dove fossi esattamente. Girovagando con la mia macchina fotografica per questo piccolo quartiere la poesia è poi purtroppo andata scomparendo, lasciando il posto all‘incredulità. Ho scoperto infatti che questa zona è un vero e proprio luna park europeo per asiatici in cerca di esotismo: tra la casa della Danimarca, l’Hotel Vienna e la Piazza Austria, si possono visitare anche le case in stile olandese. La cosa assurda è che bisogna comunque togliersi le scarpe per entrare.
(Osaka, 6 ottobre 2007)